São Geraldo è un borgo di epoca incerta, i cui primi riferimenti risalgono al XVI secolo, epoca in cui fu costruita la sua chiesa. È, inoltre, una regione caratterizzata dalla significativa presenza di megaliti. São Geraldo appartiene all’insieme delle frazioni di Nossa Signora da Vila, Nossa Signora do Bispo e Silveiras.
Anni Quaranta/Sessanta – Militanza rivoluzionaria: «João-Mau-Tempo» partecipa a una riunione clandestina, nei pressi di São Geraldo.
Il comune di Montemor-o-Novo è un esempio dell’organizzazione del Partito Comunista Portoghese, che sin dagli anni Trenta aveva dei militanti attivi e, negli anni Cinquanta e Sessanta, si avvaleva di un’organizzazione ormai diffusa in tutte le frazioni e i piccoli centri del territorio comunale. La grande compattezza dei lavoratori nelle loro rivendicazioni, come, ad esempio, la paga giornaliera di trenta scudi degli anni Quaranta, mise presto in allerta la PIDE, che terrà sotto controllo i lavoratori, obbligando molti militanti alla clandestinità (cfr. Godinho, 2019, pp. 35-53). Per questo motivo tutte le azioni fatte in clandestinità richiedevano particolari cautele, come avvenne per la riunione nei pressi di São Geraldo, alla quale parteciparono «João Mau-Tempo» e «Sigismundo Canastro».
Denominazione:
Punti di interesse interpretativo
Nome:
La militanza rivoluzionaria
Località:
São Geraldo
Frazioni:
Insieme delle frazioni di Nossa Senhora da Vila, Nossa Senhora do Bispo e Silveiras
Comuni:
Montemor-o-Novo
Accessi:
Montemor-o-Novo – N2 – São Geraldo
Tipologia:
Percorso a piedi
Distanza:
(non applicabile)
Durata media:
15 minuti
Tipo di percorso:
Urbano
Segnaletica:
Presente
Proprietà:
Strade pubbliche
Luoghi da visitare:
Chiesa parrocchiale di São Geraldo, XVI secolo;
Dolmen di Estanque, Sito di interesse pubblico, tra il III e il V millennio;
Grande Dolmen da Comenda da Igreja, Monumento Nazionale, tra il III e il V millennio
Ulteriori informazioni sul sito
www.cm-montemornovo.pt
Recapiti utili:
Insieme delle frazioni di Nossa Senhora da Vila, Nossa Senhora do Bispo e Silveiras
+00351 266 837 129
Accanto alla strada nazionale EN2, si trova il Largo di São Geraldo, con, in fondo, la Chiesa parrocchiale. São Geraldo compare nel romanzo per una riunione clandestina dei lavoratori agricoli e militanti del PCP, che si svolse nei pressi di questa località.
C’è chi viaggia in treno, scende a São Torcato, sulla linea di Setil, o a Vendas Novas, o sinanco a Montemor, un po’ più avanti se l’appuntamento è a Terra da Torre, in queste stazioni se è a Terra Fria. In tal caso va bene a chi viene da São Geraldo, è il salto di una pulce, ma se quest’oggi qualcuno è partito da São Geraldo per gli stessi affari, ha proseguito oltre, forse non per caso, dev’essere una regola, e certo con un suo fondamento. A questo punto, trascorsa metà mattina, non si vede più la bicicletta, i treni sono ormai lontani, eccolo lì che fischia, e sopra Terra Fria si libra un nibbio cacciatore, è bello da vedersi, […]
I primi ad arrivare furono Sigismundo Canastro e João Mau-Tempo, ce la misero tutta, essendo uno di loro un novellino. Mentre aspettavano, seduti al sole per non infreddolirsi troppo in fretta, Sigismundo Canastro disse, Se ti togli il cappello, mettilo con il cocuzzolo all’insù, Perché, domandò João Mau-Tempo, e Sigismundo Canastro rispose, Per via del nome, noi non dobbiamo sapere i nomi gli uni degli altri, Ma io so il tuo, Certo, ma non lo dirai, i compagni faranno lo stesso, questo nel caso si arrivi a qualche arresto, non conoscendo i nomi siamo al sicuro.
(Saramago, 2010, pp. 179-180)
La lotta in clandestinità è circondata di pericoli e sospetti, perché, se il PCP aveva una forte organizzazione, anche la PIDE possedeva una grande rete di informatori che, talvolta, si infiltravano nelle riunioni clandestine. Ricorda Antonio Gervásio che “Molti compagni che non furono arrestati erano in combutta con la polizia. Erano «esche» della polizia per nuovi arresti. C’era un’atmosfera di paura e scoraggiamento” (cfr. Gervásio, 2013). João Machado fu arrestato cinque volte, si fece dieci anni di galera, ma non abbandonò l’azione in clandestinità. Navarro ha trascritto la sua testimonianza sugli anni Quaranta.
“Se eravamo già attivi da queste parti? Certamente; c’era un’organizzazione clandestina. Come sono stato contattato e coinvolto, come è arrivata qui l’organizzazione del Partito Comunista? Beh, si cominciò col parlare del problema della miseria che c’era nel paese. La prima volta che mi parlarono del Partito Comunista … Non l’ho mai detto a nessuno. Non si diceva niente agli amici, figurarsi ai nemici! A me, cominciarono col darmi dei numeri dell’“Avante” nel 1942, e poi, nel ’43 mi convocarono.” (Navarro, 2004, pp.119-120).
La distribuzione del giornale clandestino “Avante”, le riunioni notturne convocate dal Partito, Radio Mosca e i piccoli opuscoli erano i principali strumenti per dare una coscienza di classe, ma ve n’erano anche altri che comportavano pericoli maggiori. Si poteva parlare di politica o di condizioni di lavoro solo in case private oppure nei campi, nel buio della notte. Si evitavano conversazioni in pubblico perché la PIDE e i suoi informatori erano ovunque, con l’intento di denunciare, arrestare, torturare, uccidere, silenziare la volontà del popolo.