Caminhos há muitos por aqui e todos vão a Montemor
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Santiago do Escoural
Riforma agraria

Santiago do Escoural

I primi riferimenti scritti a questa cittadina risalgono al 1527. Nel 1758, secondo quanto riportato nella Memorie Parrocchiali, questa frazione contava quasi mille abitanti che vivevano sparsi tra poderi e villaggi nelle vicinanze. Nel 1916, Santiago do Escoural ascende a cittadina. Il popolamento di questa regione risale alla preistoria, lo testimoniano i monumenti megalitici di questa zona e soprattutto la Grotta di Escoural, dove possiamo trovare tracce di presenza umana con più di cinquantamila anni. La regione di Escoural si distinse anche per l’attività mineraria, che potrebbe risalire all’epoca romana. L’origine del nome Escoural è riconducibile alla parola escorial, terreno o campo dove vi sono molte scorie di metalli. Santiago do Escoural è una frazione del comune di Montemor-o-Novo, si estende su un’area di 138,93 km2 e ha una popolazione di 1335 abitanti.

Anni Settanta – Riforma Agraria: «João Mau-Tempo» ritorna nel romanzo come spettro per assistere alla Rivoluzione d’Aprile.

Dopo il rovesciamento del regime fascista, si crearono le condizioni legali per l’introduzione del socialismo in Portogallo. Questo periodo è noto con l’acronimo PREC, Processo Rivoluzionario in Corso. “La terra a chi la lavora!” – parola d’ordine diffusa dalla stampa clandestina del Partito Comunista Portoghese, nel 1955 – era l’espressione più diffusa. I sindacati agricoli e le “Commissioni delle Tenute” furono istituzioni ideate per gestire il processo di occupazione dei latifondi, mediante l’individuazione dei terreni abbandonati e dei terreni sottoutilizzati, da affidare a gruppi di lavoratori organizzati in cooperative agricole o unità collettive di produzione, UCP. I beni prodotti erano, a loro volta, venduti nelle cooperative di consumo a prezzi accessibili. Durante il 1975-1976 furono espropriati un milione e centoquarantamila ettari nella “Zona di intervento della Riforma Agraria” che abbracciava tre milioni e duecentomila ettari. Dati dell’Istituto Nazionale di Statistica attestano che, nel 1979, lavoravano nelle tenute occupate dalle cooperative quasi quarantaquattromila lavoratori a tempo pieno e ventottomila in regime di tempo parziale, equivalente al 43% dei lavoratori del settore primario in Alentejo. A Escoural si costituirono diverse cooperative, come la Cooperativa Boa Esperança, la UCP Salvador Joaquim do Pomar e la UCP do Escoural. La Riforma Agraria contribuì notevolmente al miglioramento delle condizioni socioeconomiche del popolo alentejano, attraverso la creazione di posti di lavoro che rispondevano alla quasi totalità del fabbisogno. Nel comune di Montemor-o-Novo, nel 1976, erano impegnati nella Riforma Agraria tremila e ottocentosessantasette persone (cfr. Sá, 1994, p. 203).

Nel 1977, la legge num. 77/77 del 25 settembre, Legge Base della Riforma Agraria, nota come “legge Barreto”, invertì il processo rivoluzionario, consentendo la restituzione dei terreni occupati agli antichi proprietari. Con questa legge si tornò a privilegiare la proprietà privata a scapito del regime collettivo prevalente in Alentejo durante la Riforma Agraria.

 

 

Denominazione:

Punti di interesse interpretativo

Nome:

La chiesa che fu scuola. Gli omicidi di Casquinha e Caravela

Coordinate:

38°32’27” N 8°10’05” W (Largo de Santiago do Escoural)

Frazione:

Santiago do Escoural

Comuni:

Montemor-o-Novo

Accessi:

Évora – EN114 – CM1075 – CM1079 – EM370 – EN2 – Santiago do Escoural

Tipologia:

Percorso a piedi

Distanza:

100 metri

Durata media:

30 minuti

Tipo di percorso:

Urbano

Segnaletica:

Presente

Proprietà:

Strade pubbliche

Luoghi da vedere:

  • Chiesa parrocchiale di Santiago do Escoural, XVI secolo;
  • Centro Interpretativo della Grotta di Escoural;
  • Monumento Nazionale, Paleolitico Medio, 50-40 mila a.C.;
  • Dolmen Cappella di São Brissos, bene di interesse pubblico, XVII secolo;
  • Sito di Monfurado / Rede Natura 2000 – Montado

Ulteriori informazioni sul sito

www.cm-montemornovo.pt

Recapiti utili:

Amministrazione

+351 266 857 183

Numeri di Emergenza:

GNR

+351 266 857 112

 

Santiago do Escoural

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La resistenza - Santiago do Escoural
La chiesa che fu scuola

La chiesa che fu scuola

Il viaggiatore entra a Santiago do Escoural dalla strada nazionale EN2, fiancheggiata da case basse, imbiancate a calce. Tra queste, sul lato sinistro, si distingue la torre della chiesa parrocchiale. La stessa chiesa che fu adattata a scuola all’inizio del XX secolo, un fatto storico a cui l’autore fa riferimento nel suo romanzo.

 

Dovunque nel latifondo si sentono solo cani che abbaiano. Hanno abbaiato quando fra il Minho e l’Algarve, fra la costa del mare e la striscia a levante, si sono mosse le popolazioni al nome e al verbo del generale, e hanno abbaiato con un latrato nuovo, che in linguaggio umano significava chiaramente, Se il salario vuoi aumentato, Delgado devi aver votato, questo gusto della rima viene da lontano, che ci volete fare, siamo un paese di poeti, e hanno abbaiato tanto tutti insieme che hanno cominciato a venire ad abbaiare dietro le porte, Reverendo padre Agamedes, fra poco cominceranno a profanare le chiese, è la prima cosa che fanno, offendere la faccia della santa madre chiesa, Non me ne parli, donna Clemência, non me ne parli, per quanto io non rifiuti la palma del martirio, ma Nostro Signore non permetterà che in queste terre si ripetano attentati come quello di Santiago do Escoural, fare della chiesa una scuola, pensi, io non l’ho visto né ero presente, ormai non c’ero più, ma così mi hanno raccontato, È vero, reverendo padre Agamedes, è vero, com’è vero che siamo a questo punto, follie della repubblica che non si ripeteranno, a Dio piacendo, e attento quando esce, che non la mordano i cani.

(Saramago, 2010, pp. 260-261).

 

Con l’instaurazione della Prima Repubblica, il 5 ottobre del 1910, si avviò il progetto educativo repubblicano. Prefiggendosi di formare una cittadinanza repubblicana, il programma educativo costituiva una chiara emancipazione dello Stato dalla Chiesa e dai valori più conservatori della monarchia, e si basava sul principio dell’istruzione gratuita. L’educazione elementare fu considerata prioritaria. Tuttavia la scarsità di infrastrutture si rivelò uno dei principali ostacoli. Per questo, l’allora ministro della giustizia, Afonso Costa, emanò alcune misure di intervento e, tra queste, la nazionalizzazione delle proprietà ecclesiastiche. In questo modo, nel 1912, in base alla nuova legge, l’Associazione dei Lavoratori Rurali di Escoural, poté presentare la proposta di trasformazione della chiesa in scuola elementare. Fu così che la chiesa divenne, fino agli anni Quaranta, una scuola elementare (cfr. Fonseca, 2018, p. 68).

La chiesa che fu scuola

Rua Dr.António José de Almeida 1
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La resistenza - Santiago do Escoural
Largo – Gli omicidi di Casquinha e Caravela

Largo – Gli omicidi di Casquinha e Caravela

Il percorso invita ora il viaggiatore a dirigersi a Largo di Santiago do Escoural, dove troverà una scultura in ferro, a forma di garofano, di colore rosso, in memoria dei tragici omicidi di Casquinha e Caravela, avvenuti il 27 settembre del 1979.

È un dato di fatto che gli avvenimenti narrati in Una terra chiamata Alentejo terminano circa cinque anni prima della tragedia che qui viene evocata; il romanzo, però, si conclude proprio con l’occupazione del latifondo e, quando ricordiamo la Riforma Agraria, Santiago do Escoural affiora nei ricordi migliori e peggiori di questo processo rivoluzionario.

E allora in un punto del latifondo, la storia penserà poi a dire quale, i lavoratori hanno occupato la terra. Per avere lavoro, nient’altro, mi potessi beccare la lebbra alla mano destra se non è vero. E poi, in un’altra proprietà, i lavoratori sono entrati e hanno detto, Siamo venuti a lavorare. E quello che è successo qui, è successo altrove, proprio come in primavera, sboccia una margherita di campo e, se Maria Adelaide non va subito a coglierla, ne nascono a migliaia tutte uguali, in un giorno solo, dove sarà la prima, tutte bianche e rivolte verso il sole, è proprio come le nozze di questa terra. Questi, però, non sono candori, è gente scura, un formicaio che si sparpaglia per il latifondo, la terra è piena di zucchero, non si sono mai viste tante formiche con la testa alzata, Brutte notizie mi giungono dai miei cugini e dagli altri parenti, reverendo padre Agamedes, alla fin fine Dio non ha prestato ascolto alle preghiere, sono arrivato a questa età per assistere a una così grande sventura, pure questa prova mi toccava, vedere la terra dei miei avi nelle mani di questi ladri, è la fine del mondo quando si incrina la proprietà, fondamento divino e profano della nostra civiltà materiale e spirituale, Laico, volete dire, vostra eccellenza, è più corretto di profano, perdonate se vi correggo, Vada per il profano, che quelli stanno profanando, vedrete che succederà la stessa cosa di Santiago do Escoural, un delitto che dovranno pur pagare un giorno (…)

(Saramago, 2010, p. 310)

José Saramago narra l’episodio avvenuto a Santiago do Escoural, dove il popolo trasformò la chiesa in scuola e, qualche pagina dopo, quando l’autore descrive l’occupazione delle terre, il personaggio del latifondista fa riferimento a questa azione del popolo come a un crimine e pretende vendetta “un delitto che dovranno pur pagare un giorno”. La coincidenza che lega l’occupazione delle terre all’episodio della chiesa rende questo passo un triste preannuncio

della tragedia che si abbatté su questa cittadina alentejana, con gli omicidi di António Maria do Pomar Casquinha, di diciassette anni, e João Geraldo, conosciuto come “Caravela”, che di anni ne aveva cinquantasette.

Il proprietario della tenuta Manuel Padeira arriva alla tenuta di Vale de Nobre con un gruppo composto da altri agrari, tecnici del Ministero dell’Agricoltura e una pattuglia della GNR, pesantemente armata, comandata dai Capitani Matias, Faria e dal sergente Maximino, “noti per la loro furiosa opposizione alla Riforma Agraria e ai lavoratori” (in “Avante” n° 1715), con l’intento di farsi restituire 713 ettari confiscati e consegnati alla Cooperativa Boa Esperança. Manuel Padeira pretendeva anche di recuperare il bestiame che, non essendo presente, sarebbe stato però prelevato da un’altra tenuta. Questa decisione fu fortemente contestata dai lavoratori della Cooperativa Boa Esperança che, appoggiati dalla UCP di Escoural, cercarono di impedirla, con una sassaiola. La GNR sparò sulla folla, ferendo Florival Carvalho a una gamba e colpendo a morte Casquinha e Caravela. I colpevoli degli omicidi dei due lavoratori agricoli alentejani non furono mai condannati. Florinda Vagarinho stava lavorando in Vale de Nobre quel tragico 27 settembre del 1979. “Arrivammo, raggiungemmo un’altura, avevamo già sentito non so quanti spari, guardai giù e dico a Joaquina: «Lì Joaquina, guarda lì, c’è perfino uno steso a terra». E ho cominciato a correre e lei è rimasta lì, in piedi, sulla cima a guardare. Perché lei era molto grassa. Rimase indietro, ma poi venne anche lei. Io sono stata la prima ad arrivare vicino a Casquinha, vidi subito che era lui e che era morto. Mi accorsi subito che era morto. Là, io… non so proprio come non mi venne un colpo. Poi non sapevo che fine avesse fatto mia figlia. Era scesa giù, era scappata verso la ferrovia. Poi ho guardato più avanti e ce n’era un altro. Sono andata a vedere ed era Caravela. Entrambi delle mie parti. […] E, poi quelli, le guardie, messi proprio davanti a noi. E io li ho chiamati assassini. Loro mi hanno detto di stare zitta, sennò facevo la stessa fine. Allora ho detto: ah, dannazione! Ogni volta che ci penso … È stato il giorno in cui ho avuto più paura…” (Vagarinho, 2018).

Secondo Joaquim Carvalheira, in una conversazione con Joaquim Guindaça, l’estrema violenza utilizzata rivela altre cause che vanno al di là della discussione sul recupero del bestiame.

“- Pensi che abbiano sparato per una mandria di vacche, Guindaça?

– Volevano sbarazzarsi di noi, Chico. Le vacche, poi, per più di un mese non andarono neanche a prelevarle dalla fattoria. Sono morti per colpa del benessere dei poveri. Dava fastidio a molta gente … La GNR da un pezzo che non ci sopportava, erano infuriati!” (Palma 2017).

La protesta popolare per la tragedia si espresse nell’enorme folla di persone che formò il corteo funebre. Florinda ci lascia il suo ricordo di quel giorno di lutto e di lotta.

 

“Il giornale diceva che c’erano centomila persone al loro funerale. Qui, questa strada, non si vedeva, era solo gente. Ah, tanta gente, c’era tanta gente il giorno dei loro funerali. (…) Lo abbiamo detto tante volte, ci piacerebbe tanto sapere chi furono i delinquenti che lo hanno fatto. Che hanno avuto il coraggio di sparare per ammazzare quei due disgraziati. Che lottavano per il lavoro e per il cibo. Delinquenti…”

(Vagarinho, 2018).

Fu possibile vivere il sogno secolare del proletariato agricolo, ma a quale prezzo! Forse proprio per questo l’autore ha scelto di concludere il romanzo in pieno apogeo della lotta, all’inizio della Riforma Agraria. Perché è un’opera, soprattutto, di lotta e di speranza in un mondo migliore, più umano, perché “non c’è giustizia se alcuni hanno tutto e gli altri niente” (Saramago, 2010, p. 182).

Largo – Gli omicidi di Casquinha e Caravela

Rua Dr.António José de Almeida 35